A Roma ti ci porto io
Passeggiata nella Storia
Lo scroscio della fontana barocca sulla piazza si aggiunge al ritmo ferroso delle marmitte automobilistiche e delle lamentose sirene.
Autombulanze che tentano di accorciare il tempo di arrivo al pronto soccorso del vicino ospedale, echeggiano tra i vicoli del rione.
Una volta un guado. Avrebbe mai immaginato, il venditore di olio e farro, che proprio dove teneva il banchetto, accalcato da rumorosi avventori, il turista dell'era digitale si sarebbe immortalato in un ridanciano autoscatto e postato su un'app dello smartphone? Quante parole nuove: digitale. autoscatto, app, social.
Quasi tremila anni ed il fiume divide ancora quelle zolle, adiacenti la Ripa che ancora così è descritta nei marmi comunali che denominano il lungo Tevere in quel punto, oggi città metropolitana.
Nel 509 a. C un rogo fumante, delle spoglie dell'ultimo Re, forse il peggiore di Roma monarca, si elevò per mesi, alimentato dai covoni di paglia gettati dai Romani, dopo la rivolta di Campo Marzio.
Qui però, le tribù si misero d'accordo e inventarono la legge, il sacro, lo scambio, il commercio, financo il banco dei cambi, il cambio delle valute.
Così che parve conseguente costruire capanne e poi palazzi imperiali per vincere la terribile battaglia che, una volta nati, bisogna tutti noi affrontare: la sopravvivenza.
Li immagino ancora, in chiassosi flussi di avventori, con i vestiti di pezze colorate, discutere sul prezzo del maiale o del bovino. Sotto la cura sacrale di Ercole vincitore di tante fatiche ma qui, sopra ognuna, quella che già simboleggia la perenne lotta tra le prepotenze del più forte e la necessità della vita dell'umile popolano: l'uccisione di Caco.
La Ruma ovvero la collina, abitata da Evandro, il greco, e poi dai Ramnes e dai Luceri, e dai Tizii, necessitava di una organizzazione moderna e così l'aratro solcò il confine, il segno del destino, il pomerio della città quadrata.
E' tutto ancora qui, mescolato tra mattoni e semafori. La Fontana, che vide carrozze papali è qui e affianco il tempietto dedicato al mito, e difronte la chiesa, che fu Annona, dove i romani ricevevano il pane (il preistorico reddito di cittadinanza) e che ancora mostra i resti dell'ara Massima di Hercules.
E Portuno, il tempio del Dio fluviale, dignitoso custode della venerata sacralità dell'ignoto mistero della vita.
Oggi un palazzo amministrativo sostituisce, dopo la bonifica di Servio Tullio, il porto Tiberinus e le adiacenti saline.
Tuttavia, è ancora evidente l'intera area che fu adibita a mercato.
Qui nasce il lungo cammino della civiltà, il senso della legge e la storia della nostra esistenza.
Qui ll video