Biografia
Giuro di dire la verità, nient'altro che la verità
Velocemente ti dico che:
Sono nato il 30 Gennaio 1964, ovvero nel 2.717 "ab Urbe condida", in un freddo pomeriggio, nell'ospedale romano San Camillo (zona Gianicolense-Monteverde), lì, all'ingresso dove c'è il semaforo che frena il passaggio dei tram.
Perciò romano e romanista, per destino e vocazione naturale.
Ho abitato fino a vent'anni, nel quartiere Aurelio; in quella via rumorosa e fumosa, ricca di macchine e pedoni, che si chiamava Boccea già dai tempi più antichi.
Infatti prende il nome dall'antico fondo di arbusti di bosso, buxus in latino, successivamente modificato in Buxo o Bucea, da cui Boccea, al 13° miglio della antiqua via Cornelia, dove ancora oggi sorge la tenuta di Boccea, appunto, ricca di selve e boschi (*)
Ad una "certa" della mia vita, sono riuscito a strappare il diploma liceale, con indirizzo classico, solo perché mi piaceva leggere, scrivere e comunicare. Non per altri meriti.
L'aiuto del pallottoliere prima, del calcolatore mentre, del Personal Computer poi, mi ha permesso, fortunatamente, di sopravvivere alle ostilità del calcolo matematico, che è stato il mio cruccio adolescenziale.
Tuttavia, oggi posso affermare con estrema serenità che fu colpa di una congiunzione di circostanze impreviste.
Fattori segnati però dal destino, che avevano spostato la mia fertile, e allora giovane attenzione, a perseguire situazioni certamente più impegnative e prioritarie alla geometria (giocare a palla, scavalcare muretti, gironzolare, tormentare calabroni e lucertole, usare i soldatini come figuranti in ipotetici teatri di cartone). Attività molto più importanti dello studio algebrico, delle formule chimiche, diagonali e ipotenuse.
Mio malgrado, mi ritrovai ad apprezzare la matematica successivamente, cioè dopo molti anni, e solo quando mi accorsi del valore di un prezioso oggetto, che utilizzava la matematica come fattore dominante e che molto tempo prima, i miei, con grande intuito, mi avevano regalato.
Quel fondamentale presente, complice (in Primis) e curatore di ansie (deinde ad tempus), di sfoghi passionali, comunicatore di sogni e chimere, era semplicemente un pianoforte verticale; già scrostato e senile, al contempo melodico che, con irruente coinvolgimento, entrò nella mia sfera affettiva.
L'intruso arrivò in casa che avevo appena sette anni e da lì ebbe inizio la mia tossica musicale dipendenza.
Così, per cinque anni, ho seguito lo studio del pianoforte classico presso I solisti di Roma.
Quando dal 1988 in poi, il suonare e l'intrattenere, divenne il mio lavoro, mi accorsi finalmente, per altri aspetti illuminanti, della bellezza dei numeri e della loro necessaria applicazione in tutte le espressioni della vita.
Ti voglio raccontare un intimo dettaglio.
Nel 1976, in Italia, suonavano e cantavano anche (per non scrivere soprattutto) personaggi più o meno melensi, monocorde, atoni parolai, coadiuvati da copielle di falsetti oltreoceano ma pure dotti cantautori, rivoluzionari pensatori, sperimentatori e amanti del rock and roll.
Io, "Senza sapere ne leggere e ne scrivere", si usa dire dalle mie parti, rimasi colpito immediatamente però da un compositore-cantante-poli musicista, che in seguito compresi meglio, innamorandomi del suo straordinario talento e che ancora seguo con grande emozione.
Virtuoso del Blues - Funky - Soul & Pop, lo ascoltai per caso, per mezzo della radio, in una sua canzone (famosissima) Isn't She Lovely , estratta da un suo doppio album (allora il vinile si chiamava così) intitolato Songs in the key of love.
Era un doppio LP (2 dischi da 33 giri), con addirittura un bonus (disco da 45 giri) in omaggio al suo interno, così da formare un kit di straordinarie canzoni senza fine.
Non sapendo però nemmeno chi fosse, questo signore dalle note immortali, il fautore di questa trascendentale manifestazione sonora, chiesi lumi. Mi rivolsi al "secchione della classe", oggi professore di fisica nucleare che, in quanto tale, mi indirizzò sapientemente. Sai, Wikipedia e Google ancora non erano nemmeno un pensiero futuribile, non potevi mica inserire un qualsiasi termine su un browser, per esempio: chi è sto scemo di Fabio Capezzone che scrive canzoni? E ritrovarti a leggere la sua petulante biografia.
Chi sapeva usare il dizionario e la curiosità era un fenomeno.
Estasiato, avevo dodici anni.
Egli suonava, cantava, arrangiava, armonizzava con eleganza, come un nuovo Mozart, all'avanguardia, già moderno all'epoca. Già nel futuro ieri e oggi, e io passeggero, nella sua navicella spaziale.
Era un ragazzo americano, un certo "Stevland Hardaway Morris", in arte Stevie Wonder.
(Ho detto tutto).
E con questo irraggiungibile obiettivo inseguo l'arte del raccontare.
Credo di essere stato già abbastanza prolisso. (Sorry)
Altra passione smisurata rovinò 3/4 della mia esistenza: il Teatro e la Recitazione.
Sempre a dodici anni, avvenne il mio debutto teatrale.
Il regista Livio Rossiello di una compagnia amatoriale, composta volutamente per l'occasione da adolescenti, mi assegnò il ruolo di Benvolio nel Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
A seguire, qualche anno più tardi, ero il Marchesino Asparagio, nella Santarellina di Edoardo Scarpetta, con la regia del grande Giuseppe Lelio.
E così continuai con Fabrizio nella Locandiera di Carlo Goldoni;
Pasquale Lo Jacono in Questi Fantasmi di Edoardo. Scarpetta;
L'attor giovane, nell'interpretazione del monologo di Gastone (Ettore Petrolini) in Gran Galà, con la partecipazione, della già miss Italia, Nadia Bengala , scritto e diretto da Claudio D'amico ;
Gli Ultimi cinque minuti di Aldo De Benedetti;
Lamberto Laudisi in Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, primo premio nella rassegna Tuttinscena '87;
Il Diavolo-Max in una edizione adattata del più famoso spettacolo Se il tempo fosse un gambero scritto da Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi;
E se dovesse capitare a te di Massimo Russo;
Leonardo da Vinci in Zig Zag la comunicazione - il musical, di Rosa Stipo e Adriana Del Giudice , regia Paolo Perelli.
Nel frattempo anche Fiction televisive e sceneggiati: Il Boss di Silverio Blasi ;
Che fai ridi con Simona Marchini;
Se un giorno busserai alla mia porta con Virna Lisi e la regia di Luigi Perelli.
Inoltre, cabaret, monologhi.
Per Rai Uno ho partecipato come attore co-protagonista per ben nove diverse puntate di Verdetto Finale, in differenti storie e personaggi, programma trasformato poi nel titolo in Torto o Ragione; presentato, nelle prime puntate da Veronica Maia, e a seguire da Tiberio Timperi e Monica Leofreddi.
Mi sarebbe piaciuto fare grandi cose, soprattutto quando ci fu l'illusoria, fanatica e superficiale speranza di gestire, attivamente, un'associazione culturale che, con un socio visionario, (io più di lui) chiamammo Teatro88.
Il nome prometteva di farci sopravvivere con l'attività teatrale che volevamo svolgere e rappresentava l'anno di fondazione.
Eravamo ragazzini semplici, imberbi quasi, scevri dei meccanismi che regolavano allora (ma pure oggi) il commercio e l'arte.
Non sapendo come farci conoscere e valere, e non avendo nessuna mazzetta da proporre a chicchessia, (così sembrava girasse il mondo, anche se nessuno ce lo chiese mai) ma soprattutto contrari ad ogni illecito vantaggio ottenuto con il raggiro, umiliammo subito le nostre velleità, che si affievolirono immediatamente. Svilite, vinte, confuse però, solo dopo aver prodotto, con sudore e volontariato, una mezza dozzina di spettacoli brillanti.
Tra questi, nel 1990, uno più fortunato degli altri, (se di fortuna trattasi averlo rappresentato più volte, guadagnando tsunami di complimenti e abbracci) dal titolo Tra Moglie e Marito.
Il copione teatrale, costruito estrapolando le gag e le situazioni comiche da due vendutissimi e divertentissimi libri di Antonio Amurri, fu completato con musiche originali, tra le quali spiccarono quattro canzoni cantate dal vivo, che furono il mio battesimo da compositore (ti ricordi il pianoforte di mamma e papà?).
Lo spettacolo fu rappresentato al Teatro Parioli, allora diretto da Maurizio Costanzo.
In quel periodo, proprio su quelle tavole, ebbi anche l'occasione di esibirmi con un mio monologo, che scampò ad una dura selezione, confrontandosi con il talento di un alto numero dei partecipanti, in una memorabile audizione che non dimenticherò mai. Non sto ora a tediarti nel descriverla, mi ricordo però che fu tenuta al cospetto della grande regista e scrittrice Carla Vistarini.
La mia esibizione fu inserita successivamente in una rassegna teatrale diretta da Mino Bellei, Notte inoltrata, in scaletta come epilogo teatrale del più famoso programma televisivo Maurizio Costanzo Show.
Amici, orbitanti nel mondo del teatro passionale, quello autogestito, povero, con le quinte senza colori, nere, essenziali, pregne di dizione e sperimentazioni, mi omaggiarono di richieste: mi ritrovai così a scrivere musiche e testi per il teatro, canzonette, arie melodiche per ouverture, e arrangiamenti.
Decisi, gioco forza, di dedicare più tempo alla musica e alla composizione.
Nel frattempo, canta oggi e canta domani, mi accorsi di essere sufficientemente intonato per le canzonette e mestamente cominciai ad inerpicarmi per vocalizzi e stiramenti dell'ugola, in quegli odorosi locali, misti di caffè, cocktail e sigarette, noti al pubblico notturno con l'appellativo di "piano bar".
Così, le fragili skills artistiche, si contaminarono di tutto: folk, stornelli, pop, jazz, cantautori, liscio, latini, funky, dance, prosa, commedie e barzellette.
Un carnevale multicolore di espressioni vario genere, tra il serio e il profano.
Ebbi anche la sfacciata fortuna di partecipare ad alcune interessanti opere liriche prodotte dal Teatro dell'Opera di Roma:
Italiana ad Algeri di Gioacchino Rossini,
Il Faust di Charles Gounod con la regia di Luca Ronconi e l'emozionante figurazione nella Carmen di Georges Bizet, del 1987, dove il protagonista di quella edizione fu il grande tenore spagnolo Josè Carreras, la soprano Elena Obratzova, direttore dell'orchestra il maestro Pierre Dervaux e al debutto la regista Silvia Cassini. Degna di nota la partecipazione, tra le sigaraie, dell'attrice Simona Marchini, all'epoca già conosciuta dal pubblico televisivo
E poi in lungo e in largo a suonare e cantare per locali, eventi, cerimonie e alberghi
Ho scritto anche un certo numero di canzoni d'insuccesso, tuttavia, Raffello Di Pietro , autore di brani famosi, eseguiti da cantanti di prestigio come Andrea Bocelli in Il mistero dell'amore; La distanza di un amore cantata da Alex Baroni; e ancora L'amore ci cambia la vita, interpretata da Gianni Morandi, nel 2010 decise di elaborare ed inserire nel suo CD d'esordio, Personale Viaggiante, una mia canzone, personalizzandone il testo e rinominandola Via da qui.
L'arrangiamento di Max Calò la rese una versione swing-jazz. Occupa la quinta track dell'album.
Tra i musicisti anche Francesco Puglisi al Basso e Stefano Di Battista al Sax che si riconosce dal meraviglioso solo.
Dal 2010, perché non bisogna mai stare con le mani in mano, sono titolare di una agenzia di eventi d'intrattenimento che opera in Italia e all'estero (Spagna e Isole di Cabo Verde) denominata Stravacanza
Nel 2012, il Maestro Alberto Laurenti scelse di arrangiare e pubblicare una inedita canzone composta da Enrico Lotterini dal titolo Hacia el Sur, di cui sono autore del testo, che trovi cliccando qui
La prima versione, redatta in Italiano, cedette successivamente alle sonorità mediterranee imposte dall'arrangiamento, che si risolse utilizzando, invece, l'idioma castigliano (Olè).
Il testo tradotto, conservò comunque tutte le sfumature e i dettagli della prima intenzione.
Così Hacia El Sur divenne la traccia numero 4 dell'album Laurenti & i Rumba de Mar - Al crocevia della musica.
Nel 2016, si presentò l'occasione di ritornare al teatro con La Mandragola di Machiavelli, nella parte di Frà Timoteo con la regia del caro amico Paolo Perelli
Fu una esperienza impegnativa e di grande soddisfazione.
All'interno del nuovo emozionante CD, di Fiorella Mannoia, dal titolo Padroni di niente , alla terza track puoi ascoltare la canzone Si è rotto.
Il testo, scritto di getto, riflessione sulle sfide e i cambiamenti che la vita ci pone, ha incontrato la prestigiosa sensibilità di Fiorella Mannoia, che lo ha reso una canzone di grande spessore e che, sostenuto dalla delicata arte del Maestro Enrico Lotterini, autore della melodia, oggi rappresenta una significativa e importante tappa della mia carriera artistica.
Il testo lo trovi qui
Per non farmi mancare nulla, m'interesso anche di studi archeologici: dalla fondazione di Roma fino al crollo dell'impero romano.
Manca da scrivere il numero di scarpe, il dentifricio che uso, il mio piatto preferito e quante carie ho tra i denti (le sto curando)
Ti prometto che non lo farò.
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Note: (*)Wikipedia