Analisi prima del dramma collettivo
The Day Before - La follia, una meta già raggiunta
Il sospetto che viviamo in un mondo che insegue la follia e la pone come modello da raggiungere, fino al punto di averla già ampiamente inglobata in ogni manifestazione, è ormai una idea superata.
Non è più espressione distintiva, esasperata, fuori dalla regola civile, ma è omologata ai tempi e dunque accettata come normalità,
Non più sospetto, infatti, ma certezza.
La follia è già dentro di noi.
Mistificazione del bene e del male.
Capovolgimento dei valori universali.
Dove trasgredire è il trend che, agli occhi dei mediocri, rappresenta la meta, l'icona della falsa interpretazione del mito.
Il mito non più del giusto, onesto, caritatevole, filantropo, ma del trash. Dissacratore a prescindere, contestatore ab libitum.
Le azioni valorose, il nobile fine dell'uomo, ovvero portare tutti gli esseri viventi ad avere una dignità, il rispetto reciproco, i confini naturali e di specie, è una priorità da considerare poiché ci troviamo davanti ad un fallimento, una mancanza strutturale della creazione , e finalmente ce ne siamo accorti?
Dio, o chi per lui, ci ha dato il compito e l'arbitrio di gestione e dunque difendere il principio di unicità?
Noi al suo posto?
Noi, uomini, incaricati, animali scelti e procreati allo scopo di preservare?
O per distruggere?
Nella complessa realizzazione dell'universo, la natura decide di regalarci la vita e le responsabilità, alle quali rifiutiamo di adempiere oppure, con la protervia, abbiamo sfrattato il concetto di individuo, alias l'individuale, unicum e, nella corsa per apparire, andiamo preferendogli la globalizzazione, la omologazione giustificata dagli eccessi?
Le domande ci sono.
L'esigenza di differenziarsi ha generato gruppi di persone che uscivano dalla massa stereotipata (abbandonata alla ignoranza) per rincontrarsi in altre aggregazioni, ognuna delle quali difendeva ideali unitari e rappresentativi della propria nuova identità, diversi tra gli altri gruppi ma dunque identici nel voler essere diversi. (La politica)
Club di folli che gongolavano di essere fuori dagli schemi tradizionali, per essere inglobati, loro malgrado, in altri schemi e regole, necessarie per individuarne l'appartenenza. Dunque non unici, rari, diversi, ma uguali a tutti gli altri, già in conflitto tra loro.
Una folla senza confini. Miliardi di individui alla disperata ricerca della originalità.
Per sentirsi diversi, si cercano disperatamente, come fossero cibo e pane azzimo da mangiare, come fossero zucchero vitale, come fossero miele e pappa reale, tutti sedotti da logiche che crediamo inequivocabili.
Ovvero ci inventiamo appartenenze che reputiamo singolari e diverse, e rare, per giustificare la nostra insoddisfatta condizione.
E in questa spasmodica ricerca e bramosia di appartenenza al diverso, e per questo migliore degli altri che sono tutti uguali, l'essere umano distrugge le proprie caratteristiche, i propri valori, le proprie intuizioni.
La follia diventa una condizione banale, comune, dov'è il vero folle è invece colui che riesce a mantenere intatto il proprio equilibrio mentale.