Firmato l'imbroglio
Quando la frode diventa un diritto da subire
Quale è il sottile meccanismo della mente umana, della corteccia cerebrale, quale composizione della materia, quale gestione delle sinapsi risiede nel cervello complesso e sfilacciato dei direttori del marketing?
Cosa spinge alla loro maledizione perenne?
Questa, e altre mille domande, andrebbe proposta allo psicologo, oppure allo psichiatra (meglio) serio.
Cioè a colui che si guadagna il pane assorbendo le follie mentali di tanti pazienti meno affetti di questa categoria di malati mentali che sto processando e dunque in grado di darci una risposta.
Sotto il mirino della mia abusata pazienza ci sono quelli che danno ordini, sfruttando e utilizzando come truppe d'assalto, una sottocategoria di disperati, che per fame evidente s'immolano per pochi spicci.
Quelli che, magari la sera, finti stanchi e finti sfiniti dal logorante finto lavoro, escono soddisfatti e felici per aver ordinato di massacrare con abusi e arroganze, migliaia di possibili consumatori.
Devono avere una indubbia autostima per non ammettere l’assoluta cecità intellettuale, l’assoluta inadeguatezza alla civile contrattazione e logica di mercato, se malgrado il disagio, insistono nella loro discutibile strategia di vendita.
Vado al dunque.
Se in 8 anni (minimo) non ho voluto cambiare il gestore di acqua, luce, gas, vini, telefono, energia plus, minus e tutto il cucuzzaro in festa, perché continui a telefonare tutti i santi giorni del creato, cambiando il numero?
A volte da Malta, da Firenze, poi da Milano, poi da Cuneo, da vattelapesca e dintorni?
Speri che insistendo e cambiando numero e disperato operatore al call center (a 400 euro al mese) io mi faccia convincere e accetto la tua arrogante offerta che spacci per salvavita?
Stai perdendo tempo e rubi il salario al tuo datore. Le 30.000 (un esempio) telefonate giornaliere danno l’illusione che stai lavorando, ma te ne freghi se il 99% vanno a vuoto, perché già conosci la riposta.
Tuttavia, serve una quantità di contatti per giustificare lo stipendio. E chissefrega se l’operatore si becca vagonate d’insulti. Fa parte del gioco.
Dubito che una mente normale insista sul perpetuare una azione quando, ogni volta, il risultato porta a un secco due di picche (quando la pazienza prende il comando) piuttosto che un sonoro “vaffanculo”, nei casi non sporadici, cioè quando la telefonata è invasiva, sopraggiunge con spaventosa insistenza, bloccando il pasto o la digestione.
Questa azione massiva non è tollerabile e andrebbe catalogata al pari degli stalker, dei molestatori.
Allora perchè?
Il recapito privato di una persona, cellulare, home, e-mail che sia, deve essere tutelato dal garante della privacy che invece gioca alla politica senza entrare nel merito e nel ruolo per il quale prende lauti compensi.
Il consumatore non è tutelato, soffre gli abusi costanti di aziende multinazionali che sbeffeggiano l’utente, autorizzate da uno stato derubato da secoli e dunque vittima di chiunque e dei soldi che “non olet” e dunque giustificano ogni azione.
Credo che possedere un recapito dia almeno il diritto, all’utente che paga i servizi, di stabilire da chi può essere contattato.
In effetti però, subdolamente, le grandi aziende hanno acquisito il diritto alla molestia, perché sempre più, in rete, in banca, ai grandi magazzini, ai super mercati e ogni volta che aderisci ad una iniziativa che include una card, un acquisto con sconti, promozioni e punti, ti costringono a firmare la tua condanna.
Dando loro il diritto di proporti offerte commerciali ovunque. Con ogni mezzo.
D'altronde se non firmi non puoi comprare on line quello che ti serve, non puoi ottenere dei benefici (apparenti), e non puoi più dimetterti dalla gogna.
E sei fregato.