Mettiamoci una X

Coalizione con la coscienza

La politica a Roma è un fatto familiare. Ne parli a pranzo a cena, a lavoro, ovunque.

perché la si respira nelle piazze, nei giardini, tra le strade e i sanpietrini sconnessi, nel guardare i monumenti della città, che sono la testimonianza che a Roma la politica c'è nata.
Di conseguenza si spande nella penisola, riflessa, pregna di fatti riportati dalla stampa e il popolo si abitua a processare le cose per sentito dire, come quando il regno della radio raccontava i fatti e le partite di calcio e l'ascoltatore immaginava senza vedere.

Ognuno così aveva la sua visione dei fatti e del mondo, come oggi, quando l'unica fonte che hai è acqua non potabile, la bevi comunque, e sei costretto a fidarti.

La politica è un mezzo civile per distribuire il fardello delle responsabilità e dei diritti con equità sociale?
perché nascere e convivere con il resto del mondo, animale e vegetale, non sia solo appannaggio del più forte, del più furbo, del legislatore oppure del capo/re.

La politica per creare e produrre, non per arricchire in senso verticale, ovvero per tutelare il libero arbitrio che la natura, o chi per essa, ha stabilito al di sopra di ogni incombenza divina.

Dunque la politica è una risorsa necessaria ma non può, e non deve, essere affidata al caso, perché dovrebbe essere la medicina che previene e solo in casi estremi curare.
Non ti puoi medicare la frattura del dito con il collirio, come non ti puoi sanare dal raffreddore fasciandoti il gomito.

Tuttavia ci sono le bollette da pagare, la vita, i sentimenti, la famiglia, e gli accessori posti in ordine decrescente, a seconda dell'importanza e del momento, così che la politica si nasconde, come un virus letale nascondendosi non si riesce ad estirpare, e offuscata, alla coscienza popolare, non si attiene alla genesi del suo mandato.

Alcuni paesani giocano con sé stessi, mescolano l'effetto simpatia con la realtà delle cose, perdendone il significato, edulcorando le sofferenze; sovente affascinati da concetti e valori simbolici, che appartengo a posizioni e tradizioni della famiglia e meno spesso alle circostanze.

Perciò, in un breve riepilogo, se i nostri padri avevano lavorato in fabbrica, la scelta politica portava a seguire chi diceva di tutelare i diritti del lavoratore; viceversa chi possedeva un campo di grano, lasciato dai nonni, oppure una piccola impresa, credeva possibile trovare soluzioni con la destra conservatrice.

La guerra mischiò le carte. I partigiani, per fame e per strategie militari, irruppero nelle cascine e non trovarono tutti d'accordo, i fascisti, in un territorio spolpato da tutti, con una popolazione in sostanza priva di ogni beneficio culturale ed economico, affidarono le regole agli esaltati, promuovendo costrizioni, regalando il paese alla follia nazista, appoggiando le leggi raziali, così che la classe borghese benestante, che poteva intervenire, fu incapace di reagire e il popolo vessato si schierò dall'altra parte.

La guerra civile, scaturita dalla fuga dei tedeschi e dalla fucilazione di Mussolini, fu bloccata da una parte della forza istituzionale che si era creata nell'immediato dopo guerra, che s'intromise a cuscinetto, con l'ausilio di una forte parte del clero e dei cittadini moderati, creando la democrazia cristiana che divise le due fazioni in conflitto ideologico e armato.

Oggi ancora, dopo 80 anni, si specula su queste nostalgiche e soggettive convinzioni.

La classe politica rimescolata dalla fase detta "seconda repubblica", è riuscita con la tecnica del depauperamento a frullare in un unico contenitore tutte le posizioni idealistiche, sottomettendole ad un unico valore: Il capitale.

Facilmente intuibile poichè non esiste più il merito ma solo il valore del denaro. Tra le altre cose è importante essere d'accordo sul fatto che il denaro non esiste, è un concetto digitale.

Con i soldi puoi fare le cose, senza soldi sei fuori dal mondo e per fare i soldi tutto il resto viene annichilito e drammaticamente svilito

Ciò nonostante, una società composta da ricchi senza poveri, non è possibile, se non nelle utopie, fino a quando abbiamo fede che il significato di ricchezza sia solamente riposto nel valore dei soldi

Dovremmo resettare, ragionare sul significato, sul valore dell'esistenza, coadiuvando il pensiero laico alla spiritualità, con la consapevolezza, per conquistare e stabilire le regole per il benessere economico, sociale, civile, cosmopolita.

Non vuol dire schierarsi con i complottisti.

Certo non si raggiunge con la cultura delle mazzette, con il distogliersi dai problemi della comunità, infischiarsene degli intrighi mafiosi, con il difendere questo e quello a simpatia, chi ruba, chi spaccia, mentendo a sé stessi

Domenica mattina sarà una mattina come tutte le altre mattine impopolari, dove la depressione e l'insicurezza potrebbe prevalere.
Prima di decidere però se uscire o restare in casa, magari andare per musei (gratis day), magari andare a votare, potremmo prendere una matita e darci un voto, a noi stessi.

Mettiamoci una X se reputiamo di essere stati giusti, di essere sempre stati attenti, informati e dunque persone capaci, responsabili.

Poi, secondo coscienza, nel segreto delle proprie convinzioni, facciamo la storia.

AD MAIORA.