Discorsi tra adulti

Come vagina le pare

(Lettura vietata ai minori di 40 anni)

Nella comunicazione orale e scritta è obbligatorio chiamare le cose con i propri nomi, giusto per non lasciare nel dubbio gli interlocutori e/o i lettori che, nel seguire le argomentazioni, potrebbero confondere i fatti o le persone.
Questa regola non viene proprio osservata al meglio in quel paese chiamato Italia, dove vi è una sorta di ingiustizia e disparità lessicale, infatti se uno è "frocio" (gay) non lo puoi chiamare così.

Così come se uno ruba non gli puoi dire che è ladro così per partito preso e se una donna mente, tradisce, inganna e va con tutti mica gli puoi scrivere che è una mignotta (prostituta).

Non è civile, saresti offensivo.
Tuttavia un uomo che tradisce è un porco don Giovanni, questo si può dire; dire lesbica è offensivo, pure se una lo è, come invece è consono sapere che il presidente della camera ci tiene a farsi chiamare presidentessa e non presidente perché di fatto è una donna e non un uomo.

Perciò vorrei chiedere all'accademia della Crusca di mettere le cose in chiaro,(per non passare per maschilista) decidiamo quale parola usare esempio: etero(maschio), etera (femmina) omosessuale (maschio), omosessuala (femmina), e via dicendo, oppure dite alla Onorevolessa che non può fare come vagina "le" (come suggerito dalla profssa) pare.