Se lo Stato siamo Noi
Verifiche in corso
Mi sento di esternare un pensiero, non tanto profondo, anzi banale, ma è pur vero che è nella banalità delle cose che alloggia la semplicità delle risposte.
Non credo che il problema della recessione italiana e della pressione fiscale sia il senatore Monti.
Monti è un signore che è viene pagato dall'azienda Italia, non si interessa di politica e non gli interessa rimanere al governo.
Diciamo che è una lavoratore a tempo determinato.
Sta lì e cerca di lavorare per chi lo paga.
Dunque fa gli interessi del datore di lavoro, che non siamo noi.
Il datore di lavoro è la classe politica italiana, inesistente ed incapace, incolore, dove le ideologie sono completamente inghiottite dagli interessi personali, tra l'altro, preoccupati di arricchire il proprio status economico.
Il popolo è cului che lavora, è il dipendente (anche chi si atteggia ad imprenditore lo è, non s'illuda) ha le sue grandi colpe:
Intellettuali,
organizzative,
morali,
culturali e civili.
Anche il modus operandi della odierna protesta è lacunoso, non porta risultati importanti, mette tutti contro tutti, la guerra dei poveri, non serve allo scopo, se non ad allontanare, dalla massa già scontenta, quelli che ancora non hanno capito la delicateza della questione.
Le istituzioni sembrano aver ripreso quell'arroganza despota di tempi antichi ed amari.
La classe sindacale banchetta con la politica.
Per parlare semplice:
qui lo Stato (parola che in realtà nasconde, come le maschere carnevalesche, identità ben precise e conosciute negli ambienti della finanza internazionale e non rappresenta la sovranità del popolo e la legge che si è dato) pretende che i lavoratori debbano esercitare le loro funzioni professionali, a tutti i livelli,per pagare debiti che altri hanno contratto; pretende che ognuno di noi debba versare il 68% del proprio guadagno nelle casse dell'erario, con la scusa dei servizi, che mai ci daranno; pensioni, che mai ci daranno; assistenze, che mai ci daranno.
E ci parlano di parassiti che non pagano le tasse.
Innanzi tutto le tasse, così come sono pretese, sono un furto illegale, una violazione, una indebita appropiazione di denaro.
Ogni giorno esce una nuova arrogante motivazione per chiederci di più.
Il vero parassita è proprio il sistema finanziario, così come è stato concepito.
E' inutile protestare sotto al parlamento. Bisognerebbe fare una class action:
tutto il popolo italiano dovrebbe denunciare di raggiri, di truffa aggravata coloro che emettono certe disposizioni.
Cioè dovremmo denunciare prorio chi ci sta uccidendo, lo Stato, appunto ed i suoi rappresentanti:
60 milioni di persone che aprono il più grande processo della storia.
Andiamo a vedere chi s'è rubato i fondi esteri, chi ci ha portato a questa situazione, andiamo a vedere chi ci ha venduto così, andiamo a vedere, veramente, le competenze di certa gente che occupa posizioni sensibili nella gestione della nostra economia.
Andiamo a vedere se è umano permettere alle finanze estere di ingigantire a dismisura gli interessi passivi, se è umano e civile l'atteggiamento delle banche.
Se è logico che un normale cittadino lavoratore non possa scaricare tutti gli scontrini fiscali che paga, già complessivi di ritenute fiscali.
Se è logico pagare la tassa, ogni anno, sulla televisone del dolore, un contratto a vita con l'aria fritta.
L'informazione deve essere libera in un mondo libero, il divertimento deve essere un premio dello stato al cittadino, anzi non un premio, una necessità.
Se ci fosse equità, se ci fosse una gestione sana della tassazione, sono certo che la forbice degli evasori diminuirebbe.
Perchè il fantomatico Stato non permette all'impreditoria di sviluppare le proprie capacità.
Evviva il populismo se combatte i ladri.